tag:blogger.com,1999:blog-70494804450724206452024-02-07T09:26:05.454-08:00Come gli argini di un fiumeElisa Ghettihttp://www.blogger.com/profile/12261072256475572806noreply@blogger.comBlogger16125tag:blogger.com,1999:blog-7049480445072420645.post-14023202774294388892012-03-27T02:06:00.006-07:002012-03-28T03:55:50.163-07:00Piaceri<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWMMWkq-hOqKsthbu5plVQayGtALV_hiZGEyLdqFX0P8Dgosz0n_NVdD1DiXaBHrKqrsW3tM3Ahwww5d530Lv3upgvTRQLV3A6qln9vbNKOycBMupbhvbVumqASFaa21U0mktPwOwkTjwh/s1600/papavero.jpg"><img style="float: left; margin: 0pt 10px 10px 0pt; cursor: pointer; width: 337px; height: 337px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWMMWkq-hOqKsthbu5plVQayGtALV_hiZGEyLdqFX0P8Dgosz0n_NVdD1DiXaBHrKqrsW3tM3Ahwww5d530Lv3upgvTRQLV3A6qln9vbNKOycBMupbhvbVumqASFaa21U0mktPwOwkTjwh/s320/papavero.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5724899789983277682" border="0" /></a><br /><span style="color: rgb(153, 51, 0);">Il primo sguardo dalla finestra al mattino</span><div><div align="left"><span style="color: rgb(153, 51, 0);">il vecchio libro ritrovato</span></div><div align="left"><span style="color: rgb(153, 51, 0);">volti entusiasti</span></div><div align="left"><span style="color: rgb(153, 51, 0);">neve, il mutare delle stagioni</span></div><div align="left"><span style="color: rgb(153, 51, 0);">il giornale</span></div><div align="left"><span style="color: rgb(153, 51, 0);">il cane</span></div><div align="left"><span style="color: rgb(153, 51, 0);">la dialettica</span></div><div align="left"><span style="color: rgb(153, 51, 0);">fare la doccia, nuotare</span></div><div align="left"><span style="color: rgb(153, 51, 0);">musica antica</span></div><div align="left"><span style="color: rgb(153, 51, 0);">scarpe comode</span></div><div align="left"><span style="color: rgb(153, 51, 0);">capire</span></div><div align="left"><span style="color: rgb(153, 51, 0);">musica moderna</span></div><div align="left"><span style="color: rgb(153, 51, 0);">scrivere, piantare</span></div><div align="left"><span style="color: rgb(153, 51, 0);">viaggiare</span></div><div align="left"><span style="color: rgb(153, 51, 0);">cantare</span></div><div align="left"><span style="color: rgb(153, 51, 0);">essere gentili.</span></div><div align="left"><span style="color: rgb(153, 51, 0);"> </span></div><div align="left"><span style="color: rgb(153, 51, 0);">(Bertolt Brecht)</span></div></div>Elisa Ghettihttp://www.blogger.com/profile/12261072256475572806noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7049480445072420645.post-84696167476594571742012-01-20T05:27:00.000-08:002012-01-20T05:29:29.594-08:00che depressione...<a href="http://www.lauraduranti.it/wp/wp-content/uploads/2011/08/depressione.jpg"><img style="margin: 0px 10px 10px 0px; width: 380px; height: 376px; float: left; cursor: pointer;" border="0" alt="" src="http://www.lauraduranti.it/wp/wp-content/uploads/2011/08/depressione.jpg" /></a><br /><div> </div>Elisa Ghettihttp://www.blogger.com/profile/12261072256475572806noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7049480445072420645.post-61442149771347565312011-04-29T09:15:00.000-07:002011-04-29T09:22:06.457-07:00Ma la noia è una malattia?<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrifNMT51I9rQpVa3XALGhdfKi2_68J9m9rLDpDXkoW8dN0AIXLx7riwtoLCZK1Dehl2EubauBZNuDhJf1HSSwaawkBb1NrG0URk6zvAiyDrJ5tj_Vtzv9yN_ZVccVKaEBx92nUDfyz2iN/s1600/noia1.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 400px; FLOAT: left; HEIGHT: 266px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5601041439284326178" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrifNMT51I9rQpVa3XALGhdfKi2_68J9m9rLDpDXkoW8dN0AIXLx7riwtoLCZK1Dehl2EubauBZNuDhJf1HSSwaawkBb1NrG0URk6zvAiyDrJ5tj_Vtzv9yN_ZVccVKaEBx92nUDfyz2iN/s400/noia1.jpg" /></a><br /><br /><div><span style="color:#000066;">Qualche giorno fa alcuni studenti minorenni incensurati sono entrati di notte in un asilo del bolognese e hanno rubato gli snack destinati alla merenda dei bimbi dell'asilo. La giustificazione che hanno fornito ai carabinieri è stata "<em>ci</em> <em>stavamo annoiando</em>".<br /><br />Quante volte abbiamo provato quel misto di agitazione, frustrazione, attesa, in un tempo che non passa mai, sperando che arrivi qualcosa che ci faccia sentire più soddisfatti? La noia può davvero essere il motore di comportamenti illegali?<br /><br />I fattori coinvolti in questo processo sono almeno tre: uno fisiologico, uno psicologico, e uno sociale.<br /><br />Secondo la teoria <strong>neurofisiologica</strong>, ci sono persone che, più di altre, hanno bisogno di entrare in contatto con situazioni stimolanti (sport estremi, comportamenti a rischio, film horror, cibo piccante, ecc.) per mantenere un <strong>livello di eccitazione elettrica e chimica necessaria al loro benessere</strong>. Per questa categoria di individui viene percepito come noioso qualcosa che, per la maggior parte delle persone, può essere visto semplicemente come rilassante.<br /><br />Gli aspetti <strong>psicologici</strong> portano l'attenzione sul senso di vuoto e di mancanza. In questo caso alla base della noia, c'è l'incapacità di trattenere le esperienze, anche dopo che queste sono terminate. La percezione di un ambiente povero di stimoli altro non è che <strong>un'eco del vuoto interiore</strong>. Tanto più il vuoto è grande, tanto più la persona sente il bisogno di tenerlo distante facendo di tutto per evitarlo.<br /><br />Dal punto di vista <strong>sociale</strong> è importante sottolineare come lo sviluppo scientifico e tecnologico degli ultimi vent'anni abbia accelerato in modo esponenziale la disponibilità e la frequenza di stimoli. Altrettanto non si può dire per i meccanismi psico-biologici umani. Le modalità di assimilazione e di integrazione dell'esperienza viene governata da sistemi simili a quelli utilizzati dai nostri bisnonni. Un aumento di stimoli porta, quindi, ad <strong>un'elaborazione rapida e superficiale</strong>, andando nella direzione opposta al bisogno di coinvolgimento profondo, vero antidoto alla noia.<br /><br />Se è vero che le motivazioni che stanno dietro al bisogno di non annoiarsi sono così profonde, le soluzioni devono essere altrettanto radicali. In particolare può essere utile cercare <strong>stimoli</strong> <strong>socialmente adeguati</strong> (sport, film, cibo, letteratura) che compensino il bisogno di attivazione. E' importante <strong>vivere l'esperienza fino in fondo</strong>, senza passare subito ad altro (il cervello ha bisogno di tempo per accendersi completamente). Inoltre è vantaggioso <strong>forzarsi un po'</strong> e arrivare a sperimentare che alla frustrazione si può sopravvivere, senza dover necessariamente colmare il vuoto con qualcosa d'altro. Aumentare la finestra di tolleranza fa sentire meglio, più forti e consapevoli. </span></div>Elisa Ghettihttp://www.blogger.com/profile/12261072256475572806noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7049480445072420645.post-47041191164261578542011-04-08T09:20:00.000-07:002011-04-08T09:33:46.745-07:00Canta che ti passa<div align="justify"><span style="color:#663366;"><strong><span style="font-size:130%;">All’esplorazione della cantoterapia</span></strong> <img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 244px; DISPLAY: block; HEIGHT: 225px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5593249356625467826" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhL8y58_S9dtOGYSgq6eJlhdkAm2fgo4DAwwhU8r1qmpQzIddDA2k1S2aX-xdxpF3myzDbHx9_It4CHregjI3UHwpsy9iLwnY0eH7s6ypk5TeUggIVV3m6tvPVBgeh5y8WhPOID_MVJ8T1f/s400/karaoke.jpg" /></span><span style="color:#663366;">La cura dell’anima (letteralmente dall’etimologia di psico-terapia) non dev’essere necessariamente associata a lunghi percorsi introspettivi di dolore e sofferenza. Anche il piacere cura. Anzi, cosa meglio di ciò che ci fa star bene è da considerarsi un balsamo miracoloso sulle ferite dell’anima? </span></div><br /><div align="justify"><span style="color:#663366;">Il canto, la possibilità di una persona di produrre musica, è uno dei potenti rimedi che abbiamo sotto mano. </span></div><br /><div align="justify"><span style="color:#663366;">Da sempre cantare, da soli o in gruppo, è stato importante per entrare in contatto con le proprie emozioni. un mezzo per contattare il soprannaturale ad esempio invocando le forze della natura, un modo per esprimere gioia, o dolore, per ritrovare un’armonia perduta, per caricarsi energeticamente, o per rilassarsi. La laringe (per posizione anatomica e per funzione) rappresenta la porta d’accesso fra il dentro e il fuori, determinando quanto (di aria ed emozioni) può entrare ed uscire. Se c’è un inceppo emozionale la laringe può diventare testimone di blocchi e rigidità. Il canto permette di migliorare il flusso, liberando le emozioni intrappolate. Attraverso l’espressione vocale si ricerca la sintonizzazione con se stessi e con gli altri restituendo potere all’espressione individuale al riparo da sovrastrutture di pensiero. </span></div><br /><div align="justify"><span style="color:#663366;">Cantare è già un buon lavoro di per sé, ma c’è qualcosa di altro ancora che si può fare: migliorare la consapevolezza della relazione che lega emozioni e gesto vocale. Ad esempio si può individuare il rapporto fra il timbro e lo stato d’animo e scoprire che si influenzano reciprocamente. Il nostro umore influenza il nostro modo di cantare, ma anche un cambiamento nel modo di cantare influenza il nostro umore. Quindi se vediamo tutto storto, cambiamo canzone, o almeno, cambiamo modo di cantarla. Provare per credere! </span></div><br /><div align="justify"><span style="font-size:85%;"><span style="color:#663366;"><strong>E. Biavati – E. Ghetti </strong>Meeting della Biosistemica a Riccione 21-22 maggio 2011 </span></span></div><br /><div align="justify"><span style="font-size:85%;color:#663366;">– workshop esperienziale: GIOCHI DI VOCE-Limiti e risorse del gesto vocale </span></div>Elisa Ghettihttp://www.blogger.com/profile/12261072256475572806noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7049480445072420645.post-78964024715532530162011-03-30T04:46:00.000-07:002011-03-30T05:02:47.789-07:00Ma i re guariscono con le capriole?<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_jUpiM3-m3KrKFGYiE-65knbFF6kKAEGhlV1T75FAm7sFjpCGTBwwYisK3VHlaCiFLPL2_LkvWmPl5CpetqRkFvNkdqLZbji0iiIq3UDQkvNpRAqSWvbc7k0bIgOssffKydDUug3Tjj92/s1600/capriola.jpg.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; DISPLAY: block; HEIGHT: 300px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5589840503628947874" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_jUpiM3-m3KrKFGYiE-65knbFF6kKAEGhlV1T75FAm7sFjpCGTBwwYisK3VHlaCiFLPL2_LkvWmPl5CpetqRkFvNkdqLZbji0iiIq3UDQkvNpRAqSWvbc7k0bIgOssffKydDUug3Tjj92/s400/capriola.jpg.jpg" /></a> <br /><div align="justify"><span style="color:#006600;">Nel film “Il discorso del re” assistiamo ad un singolare percorso di cura. Un re, che le aveva provate tutte per cercare di risolvere il problema di parlare in pubblico, incontra un singolare terapeuta che lo fa urlare, che gli fa fare le boccacce, che lo costringe a fare capriole e acrobazie di vario genere. </span></div><br /><div align="justify"><span style="color:#006600;"></span></div><br /><div align="justify"><span style="color:#006600;">E’ tutta una finzione cinematografica? </span></div><br /><div align="justify"><span style="color:#006600;">Direi proprio di no. La ricostruzione che viene fatta in questo film delle pratiche di cura che vengono proposte al nostro </span><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_VI_del_Regno_Unito"><span style="color:#ff6600;">Re Giorgio VI</span></a><span style="color:#006600;">, è molto fedele a quella che oggi potremo chiamare </span><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Psicoterapia"><span style="color:#ff6600;">Psicoterapia </span></a><span style="color:#006600;">Corporea. </span></div><br /><div align="justify"><span style="color:#006600;"></span></div><br /><div align="justify"><span style="color:#006600;">Quindi basta fare qualche bizzarro esercizio e passa tutto? Sì e no. Il prerequisito fondamentale è la relazione con il terapeuta che deve essere fondata su un rapporto paritario e cooperativo (i nostri protagonisti abbandonano titoli ed etichetta e si chiamano per nome). Gli urli, le capriole e tutte le altre diavolerie che vengono proposte, non sono tecniche che vengono somministrate come una medicina, ma si sviluppano e si costruiscono nel corso del lavoro, in uno scambio fra terapeuta e paziente che vede protagonista attivo ora l’uno, ora l’altro. </span></div><br /><div align="justify"><span style="color:#006600;"></span></div><br /><div align="justify"><span style="color:#006600;">Ma cosa c’è di speciale in questo tipo di lavoro? Il coinvolgimento del corpo. Il nostro essere (chiamiamolo patrimonio genetico) incontra le esperienze della vita (l’ influenza dell’ambiente). Il prodotto di tutto questo siamo noi, con le nostre emozioni, le fragilità, le risorse e lo siamo sia nell’anima che nel corpo. Pensiamo a come reagiamo ad uno spavento. Rimaniamo con il fiato sospeso, la pancia diventa dura, il </span><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Diaframma_(anatomia)"><span style="color:#006600;"><span style="color:#ff6600;">diaframma</span> </span></a><span style="color:#006600;">si contrae e i muscoli del petto si irrigidiscono. Se questa sensazione si ripete più volte nel tempo, le modifiche fisiche diventano stabili. I cambiamenti corporei sono molto più stabili delle idee che li hanno determinati. Si finirà quindi per dimenticare perché ci si era spaventati ma ci si ritroverà con una storia inscritta nel corpo (o nel caso del nostro re, si balbetterà). </span></div><br /><div align="justify"><span style="color:#006600;"></span></div><br /><div align="justify"><span style="color:#006600;">Lavorare con il corpo permette di avere un differente canale di accesso alle emozioni bloccate (intese sia come dolori, che come risorse), soprattutto se le vie della ragione e del pensiero si sono interrotte. I risultati saranno profondi e duraturi. Allora tutti a fare boccacce e capriole? Beh, sicuramente sì! </span></div><br /><div align="justify"><strong><span style="color:#006600;">Che si tratti del prato o dello studio del terapeuta, il livello di approfondimento si deciderà di volta in volta. </span></strong></div>Elisa Ghettihttp://www.blogger.com/profile/12261072256475572806noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7049480445072420645.post-4847823079484491862011-02-18T02:01:00.000-08:002011-02-18T02:05:43.309-08:00<div align="justify"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXdDk9qx3EJJ0u9cNs5lMKHnbj-9tz_AOzqfGY6fqP_tMRcnMJVejXWXadyhgDopcCofATzIOncx-VicjGMMebLkat-_KaAEY2-s_80I3ewwpsc9b1hnEOcA7FpDjhUWe6D_eN26NKJmIa/s1600/Yago%252520Salina%252520-%252520Ancoro%252520ogni%252520desiderio%252520instabile.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; DISPLAY: block; HEIGHT: 400px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5574967827166811874" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXdDk9qx3EJJ0u9cNs5lMKHnbj-9tz_AOzqfGY6fqP_tMRcnMJVejXWXadyhgDopcCofATzIOncx-VicjGMMebLkat-_KaAEY2-s_80I3ewwpsc9b1hnEOcA7FpDjhUWe6D_eN26NKJmIa/s400/Yago%252520Salina%252520-%252520Ancoro%252520ogni%252520desiderio%252520instabile.jpg" /></a><span style="font-family:georgia;"> </span><span style="font-family:lucida grande;color:#000099;">Oggi ci sono troppi saggi, troppi prudenti. Oh Dio, mandaci dei folli, uomini che si impegnino a fondo, che amino diversamente che a parole, che donino veramente fino in fondo.</span></div><div align="justify"><span style="font-family:lucida grande;"><span style="color:#000099;">Louis Lebret</span><br /></div></span>Elisa Ghettihttp://www.blogger.com/profile/12261072256475572806noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7049480445072420645.post-13098469905885482492010-09-13T01:29:00.000-07:002010-09-13T01:31:16.581-07:00<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwy-KIrOEoBHQGe3xy8KZwDv8U4YSKTzYWe7ystLwa2NY0EhSqM-nRXxNyljI3pHngHsrL8fKJPg9frp06rzm0GxA3JVo2EsGCR6AxQ3safxSI5-0Fa-htsxf55gyxp2jYVYWvHggswsAP/s1600/vento.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; DISPLAY: block; HEIGHT: 293px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5516312758230445938" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwy-KIrOEoBHQGe3xy8KZwDv8U4YSKTzYWe7ystLwa2NY0EhSqM-nRXxNyljI3pHngHsrL8fKJPg9frp06rzm0GxA3JVo2EsGCR6AxQ3safxSI5-0Fa-htsxf55gyxp2jYVYWvHggswsAP/s400/vento.jpg" /></a> <div align="center"><span style="color:#000099;">Una gran parte dei cambiamenti cui crediamo<br />di assistere nella vita non è che la verità<br />che si muove, ora con il vento a favore, ora contrario.<br /><strong>Robert Frost</strong></span></div>Elisa Ghettihttp://www.blogger.com/profile/12261072256475572806noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7049480445072420645.post-10291628957897949872010-07-05T07:49:00.000-07:002010-07-09T02:02:28.250-07:00I due samurai<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZE6yFR05cl5zPZE0VXjbeVQMIE6Kp_ecdLtstZ5reLsHn_iR_M4ye8AiCn9-c7EA7uAVOQWD9eoO2knRVsJKlnhuthlQ_bvE8cs4qJO6ddgDuutw9Y_KK3bqtTORyY39t0DkbFJ6tf2Hx/s1600/avatar_occhio.jpg"></a><div><div><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 422px; DISPLAY: block; HEIGHT: 344px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5490446287816102194" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPbP2Fbx16q5VIJaNveqwpXKaVo3z35HfUZw2ftrza-UIADvDtjEpp_PqeziRTG_HJevmn05PyNc3i8GPwyu8LdXSJyTdXB-40kjqu1mBUaenaLNGi9Ou_2zGU9rflXDYJ50JO_4RhMq50/s400/fiori.bmp" /><br /><div><div align="justify"><span style="color:#000066;">Una volta una persona mi ha fatto vedere un film. La storia non la ricordo, ma ricordo un'immagine: c'erano due samurai, di spalle, sott'acqua. Una voce fuori campo recitava queste parole:</span></div><div align="justify"><span style="color:#000066;"></span></div><div align="justify"><strong><span style="color:#000066;">"<em>Quando eravamo sott'acqua riuscivo a tenere il respiro così a lungo perchè tu eri con me. Tu eri sempre al mio fianco. E se fossi stato per annegare, sapevo che tu... mi avresti salvato</em>".</span></strong></div><br /><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 670px; DISPLAY: block; HEIGHT: 201px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5490445301312728290" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyeuzmZ0_UtSd1IJkRZ7L1BQl6KwHBmjDib3e7yKaq1Gui5yQxVMh_fqVpRgobq_1PphTsj6KNK-fEdMpMF-z5R5_fpBkDK1EoqrbSRZcb_1SGYSmCIhUwPYu1xuh9JPY16y1IsOuHqzdU/s400/news_clip_image023.jpg" /><span style="color:#000066;">In queste parole trovo condensato il senso del mio lavoro e il coraggio delle persone che hanno deciso di intraprendere il proprio viaggio, chidendo a me di accompagnarle per un pezzetto. </span></div></div></div>Elisa Ghettihttp://www.blogger.com/profile/12261072256475572806noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7049480445072420645.post-395738692008036892010-06-04T06:24:00.000-07:002010-07-09T04:16:19.778-07:00ADOLESCENTI: la co-costruzione dell'identità<div align="justify"><span style="color:#000066;">Le riflessioni che seguono sono frutto di un seminario pensato per un gruppo di genitori di un liceo di bologna. Le insegnanti mi hanno contattato per fornire qualche spunto riflessivo sul tema del rendimento, della crescita e del ruolo che i genitori hanno in questo percorso.</span> </div><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 320px; DISPLAY: block; HEIGHT: 318px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5481092867991096322" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLiKPo0Itlkm1rzpsgPIXBi2s9D_7DpAL6oQmwf8TkJuvi4GVKEIXqZOZuC1Eg6g2XeKRw8zTEi5iAKAoD_HH3I5HwcUSlD1G3Zc2P0kg2tRZGcvWQhp07co7xpW8UJ8c-2XORamVKZLFZ/s320/campiesprienza.gif" /> <div align="justify"><span style="color:#000066;"><strong>L'adolescenza</strong> può essere definita come una fase della viata<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjaNe5b-N6VAr62296uyu5rMEjT77owOobeGjy_U1xWftEelCUf9rJ6AFgHV2h8zXHZF5ixjQdn_fPUUwAXEvMf_8XL1_TldixLUzXPE_UzkYJtGBy5xUbTN0vuMywCZ4VAXq8EnpDMO_Eu/s1600/animali105%5B1%5D.jpg"><span style="color:#000066;"><img style="MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 229px; FLOAT: right; HEIGHT: 200px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5481093328396794098" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjaNe5b-N6VAr62296uyu5rMEjT77owOobeGjy_U1xWftEelCUf9rJ6AFgHV2h8zXHZF5ixjQdn_fPUUwAXEvMf_8XL1_TldixLUzXPE_UzkYJtGBy5xUbTN0vuMywCZ4VAXq8EnpDMO_Eu/s320/animali105%5B1%5D.jpg" /></span></a> che inizia nella biologia e finisce nella cultura. (Palmonari, 2001). Sono piuttosto chiari gli eventi biologici </span><span style="color:#000066;">che fungono da propulsore per tutti gli altri cambiamenti, non altrettanto può dirsi per gli eventi che determinano la fine dell'adolescenza e l'inizio dell'età aduta. I contorni sono sfumati e i gli aspetti cuturali spesso hanno un ruolo centrale nella costruzione dell'identità.</span></div><span style="color:#000066;"><div align="justify"><br /></span><span style="color:#000066;"><strong>Identità </strong>è definita come la consapevolezza di essere un individuo unico, diverso da tutti gli altri, dotato di un proprio stile nel mondo. E' la consapevolezza di essere sempre la stessa persona, anche se ci si sente cambiati.<br />(Palmonari, 2001) </span><br /></div><br /><div align="justify"><span style="color:#000066;"><strong>I cambiamenti</strong> ai quali la persona va incontro sono di varia natura:<br /></span><span style="color:#000066;">- fisici (inizio della pubertà)</span><br /><span style="color:#000066;">- relazionali (si passa dalle relazioni di amicizia alle relazioni di coppia)<br /></span><span style="color:#000066;">- sociali (termina la scuola dell'obblibo e si presenta la scelta della scuola secondaria o del lavoro)</span><br /><span style="color:#000066;">- cognitivi (il ragionamento diventa più articolato e si sviluppa il pensiero ipotetico deduttivo)</span><br /></div><div align="justify"><span style="color:#000066;">Tutti i cambiamenti di cui si è parlato introducono una nuova modalità di ragionamento, non più solo lineare causa-effetto, ma circolare. Tenendo conto di più variabili e di come queste possano influenzarsi reciprocamente, la persona inizia ad "<em>esercitarsi</em>" pensandosi proiettata nel futuro e si sperimenta con la fantasia in possibili scenari di vita</span><span style="color:#000066;">. Questa nuova capacità non è soltanto un banale gioco mentale, ma diventa il presupposto che l'individuo ha per potersi autodeterminare nel progettarsi come persona, partendo dal riconoscimento delle risorse personali (qualità aspirazioni, interessi) ed ambientali (sostegno famigliare, risorse economiche, possibilità sociali</span><span style="color:#000066;">).</span> <span style="color:#000066;">In palio c'è la ricostruzione e la ridefinizione del concetto di sè ("<em>Chi sono e chi potrei diventare</em>").<br /></span><br /><span style="color:#000066;">Concorrono alla ri-definizione del concetto di sè <strong>i cambiamenti fisici</strong> e <strong>sociali</strong>, la capacità di <strong>rappresentare se stessi</strong> in modo più dettagliato, <strong>la percezione degli altri</strong>.</span></div><span style="color:#000066;"><div align="justify"><br /></span></div><strong><span style="color:#000066;">I possibili sé vengono definiti secondo due variabili:</span><br /><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 218px; FLOAT: left; HEIGHT: 216px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5478972044959146370" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimLbm3RPv3LipK0HmjHa1b8gnkz8Afbkrdry7xaGpxqvSw0SlLnC_bSBoPji3HTXam4Uw2MTbyQAF_f7r1MEkfh-Ur34zqtS3qbv8UfiJlDyuNTIq5yPBnQVMJwujhLY64WLYOfehSOjo8/s320/identita1253059020.jpg" /><br /><span style="color:#000066;">- Temporale </span></strong><span style="color:#000066;">(oggi, fra un anno, fra dieci anni, quando sarò vecchio)<br /><strong>- Di realtà</strong> (sono, progetto di essere, spero di essere, sogno di diventare)<br />Nella prospettiva della realizzazione di sé, la distanza fra il sé presente e il sé futuro, fra il sé progettato e il sé sognato genera tensioni. </span><br /><br /><div align="justify"><span style="color:#000066;">(ad esempio la distanza fra il sè reale-presente “<em>vado male a scuola</em>" e il sè ideale-futuro, "<em>voglio diventare un avvocato di successo</em>”). </span></div><br /><div align="justify"><span style="color:#000066;">La tensione generata dalla distanza che separa presente e futuro, sè reale e sè ideale è influenzata dalle risorse individuali, dalla considerazione di sè e dalle pressioni dell'ambiente.</span></div><br /><div align="justify"><span style="color:#000066;"><strong>Le spinte generate da tali tensioni si collocano in un continuum fra: </strong><br /><strong>Spinta motivazionale</strong> ad impegnarsi nel presente per costruire il futuro (“bisogna che studi un po’ di più, almeno per arrivare fino al sei”) <strong>ansia che schiaccia</strong> nell'impossibilità di colmare il gap seil proprio impegno vienepercepito come ininfluente (“non ce la farò mai, nella mia famiglia si sono diplomati tutti con il massimo dei voti!”).</span> </div><div align="justify"><strong><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2woBdcWdrQbHvB2pOA8sj8oPotS8IVHMpQSsZHmuRvM-7skZJYdTkLVJ-mIbTqUUxddyqqFWsnsJSOzmh5j1HD2qvlw-huwUU810LnNEbArJEqIRIaFwHpfAcDoOy4cjmROUhUWVZx20M/s1600/vignetta_1_550.gif"><strong><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 260px; FLOAT: left; HEIGHT: 181px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5478974084075195954" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2woBdcWdrQbHvB2pOA8sj8oPotS8IVHMpQSsZHmuRvM-7skZJYdTkLVJ-mIbTqUUxddyqqFWsnsJSOzmh5j1HD2qvlw-huwUU810LnNEbArJEqIRIaFwHpfAcDoOy4cjmROUhUWVZx20M/s320/vignetta_1_550.gif" /></strong></a><span style="color:#000066;">Impegno personale </span></strong></div><div align="justify"><strong><span style="color:#000066;">percepito come ininfluente</span></strong></div><br /><br /><br /><br /><br /><br /><div align="justify"><strong><span style="color:#000066;"></span></strong><br /><br /></div><p align="justify"><br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQyYz11nRRCjetb7Q-d1C5fbrjreEh2ZPpy6-s1drWT0EtIPUN2ZZpVaYfbh3ZCcyf_es6fUiFkrsrjAU_WTCh-_kIf-bTm3TQWiCswHrevtN2zGziBSXWibJS9fCS2_EiXZQ8de6Gljg7/s1600/animali_buffi160.jpg"><img style="MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 200px; FLOAT: right; HEIGHT: 164px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5481094852228256082" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQyYz11nRRCjetb7Q-d1C5fbrjreEh2ZPpy6-s1drWT0EtIPUN2ZZpVaYfbh3ZCcyf_es6fUiFkrsrjAU_WTCh-_kIf-bTm3TQWiCswHrevtN2zGziBSXWibJS9fCS2_EiXZQ8de6Gljg7/s200/animali_buffi160.jpg" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7YaaWJiN3V_ncoMD8r6bG4dbP0fHxfY2Cu7wHUCopC8k8FZax6Jsu2Wb8pT_ZFsrsZS2-ndHOnJT2x11Htt6H5l3n_S9eqPAWBJ47Uj7P7AvCw900Mo_zargMyXhkCJg8GKJ2tu8y8_qA/s1600/animali20003ad8vs7.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; FLOAT: left; HEIGHT: 160px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5490753361574213618" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7YaaWJiN3V_ncoMD8r6bG4dbP0fHxfY2Cu7wHUCopC8k8FZax6Jsu2Wb8pT_ZFsrsZS2-ndHOnJT2x11Htt6H5l3n_S9eqPAWBJ47Uj7P7AvCw900Mo_zargMyXhkCJg8GKJ2tu8y8_qA/s200/animali20003ad8vs7.jpg" /></a><span style="color:#000066;">Il processo di costruzione dell'Identità avviene tramite l’integrazione delle diverse rappresentazioni di sé.<br />Questo processo è favorito dalla crescente maturazione affettiva e dall'acquisizione di nuove competenze cognitive.<br /></span></p><p align="left"><span style="color:#000066;"><span style="font-size:130%;"><strong>Ostacoli nell'acquisizione dell'identità:</strong><br /></span></span><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6mwhMX2Akfl5OyfuSANYbuOy-oxiibVuP87cAFrx2sWVSH-HNICZ30oJA9yLYu5eGgol82EZ3NyFokTlaQtp2SXunTykKeULdc_LJzLQ2FFLv_4IiOPR1mdU2zUcEqGL_h4Meem3XEHfl/s1600/Conflitto_genitori_adolescenti.jpg"><span style="color:#000066;"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 266px; FLOAT: left; HEIGHT: 256px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5481096500046692818" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6mwhMX2Akfl5OyfuSANYbuOy-oxiibVuP87cAFrx2sWVSH-HNICZ30oJA9yLYu5eGgol82EZ3NyFokTlaQtp2SXunTykKeULdc_LJzLQ2FFLv_4IiOPR1mdU2zUcEqGL_h4Meem3XEHfl/s200/Conflitto_genitori_adolescenti.jpg" /></span></a><span style="color:#000066;">1-<strong>Famiglia/ambiente iperprotettivo:</strong> limita l'esplorazione del ragazzo, non permettendo di fare esperienze nuove e si sostituisace a lui. Blocca l'identità a un livello primitivo (infantile). L'adolescente rimane incapace di assumersi delle responsabilità e di prevedere le conseguenze delle proprie azioni. </span><span style="color:#000066;"><br />2-<strong>Famiglia/ambiente povero di stimoli:</strong> limita le alternative, le possibilità di scegliere e di sperimentarsi. L'individuo è costretto a definire la propria identità sulla base dell'unica modalità consentita/proposta dall'ambiente. Il ragazzo non ha la possibilità di sviluppare le proprie abilità e di sperimentare le risorse personali.<br />3-<strong>Famiglia/ambiente pretenzioso:</strong> il giovane viene sottoposto ad uno sforzo eccessivo per colmare il divario fra come si percepisce e come lo percepisce la famiglia. L'individuo si definisce per reazione, opponendosi ai canoni che gli vengono imposti dalla famiglia, oppure si deprime, strutturando il senso di impotenza difronte a tali aspettative.</span></p><p align="left"><span style="color:#000066;">Gli atteggiamenti dei genitori rispetto allo sviluppo/cambiamento del figlio si collocano secondo due variabili: <strong>ACCETTAZIONE</strong> (intesa come capacità di riconoscere il figlio per quello che è e rispettare le sue inclinazioni) e <strong>GUIDA</strong> (la capacità di fornire un modello, degli stimoli, degli ideali e una direzione per la crescita del figlio). </span></p><p align="justify"><span style="color:#000066;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheWdH5WKNp-DWaUcq6j0zm4WCqit9D_pgz9DqiNjSjwE4QO6GaxtZQZElTb9sVEO8M9aI4YeIfIEPh-vpKdJmqssE3zbWsNs5u6NlhgmrrkhyphenhyphenUa83YJwYD3Kfk5XoTrPCntcooE8mTVXr2/s1600/vignetta_2.jpg"><img style="MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 178px; FLOAT: right; HEIGHT: 200px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5491857621022682690" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheWdH5WKNp-DWaUcq6j0zm4WCqit9D_pgz9DqiNjSjwE4QO6GaxtZQZElTb9sVEO8M9aI4YeIfIEPh-vpKdJmqssE3zbWsNs5u6NlhgmrrkhyphenhyphenUa83YJwYD3Kfk5XoTrPCntcooE8mTVXr2/s200/vignetta_2.jpg" /></a>Quando sia l'accettazione sia la guida sono poco presenti ci troviamo di fronte a genitori <strong>disinteressati</strong>; qundo c'è un'alta accettazione, ma una scarsa guida abbiamo dei genitori <strong>indulgenti</strong>; al contrario quando è alta la guida, ma scarsa l'accettazione ci troviamo di fronte a genitori <strong>autoritari</strong>. </span></p><p align="left"><span style="color:#000066;">L'ideale sarebbe riuscire a mantenere elevato il livello sia di guida che di accettazione, cioèstimolare e guidare il figlio, fornendo limiti e regole, ma allo stesso tempo riconoscerlo come individuo autonomo, in grado di autodeterminarsi.</span></p><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6Eam1JCEXtc31HHkGvQAU2j1HM3bNDlW9CHAo2ZQVy6ujSL4h0FOYhTg1anZNP3lQyAcSX5mC5VFrdiBhOhL4qbdTM2pGpzW88f5QR6_Cvahu57gfKIHIZOSI2T70bsIVvy9NHRTMsYtz/s1600/cervello.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 184px; FLOAT: left; HEIGHT: 187px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5491858265335758034" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6Eam1JCEXtc31HHkGvQAU2j1HM3bNDlW9CHAo2ZQVy6ujSL4h0FOYhTg1anZNP3lQyAcSX5mC5VFrdiBhOhL4qbdTM2pGpzW88f5QR6_Cvahu57gfKIHIZOSI2T70bsIVvy9NHRTMsYtz/s200/cervello.jpg" /></a><br /><p align="left"><span style="color:#000066;">La costruzione dell'identità non è unifirme in tutte gli aspetti di una persona. Ci sono aree di interesse che sono più sviluppate ed evolute ( miglior efficacia, miglior autostima, più risorse) ed altre che rimangono ad un livello più primitivo di sviluppo.</span></p><br /><br /><br /><br /><br /><p align="center"><span style="color:#000066;"><strong>Come favorire lo sviluppo dell'identità :</strong></span></p><p align="left"><span style="color:#000066;">- Mantenendo aperto un dialogo <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGhkWObq59PEs-wOyiyP5uwlsAmtNthHnTITnvx-J82OQ_Is1Q4qU6iG76qOzU_DbgZq4cYbGJgGQGKtiLeH2kQYAgBo6h_VD6PCUJmcawuTK6aUF_BU5EKLXiLb30ZZjg1yR8fxvIcr29/s1600/vignetta.jpg"><img style="MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 197px; FLOAT: right; HEIGHT: 200px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5491858991138146066" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGhkWObq59PEs-wOyiyP5uwlsAmtNthHnTITnvx-J82OQ_Is1Q4qU6iG76qOzU_DbgZq4cYbGJgGQGKtiLeH2kQYAgBo6h_VD6PCUJmcawuTK6aUF_BU5EKLXiLb30ZZjg1yR8fxvIcr29/s200/vignetta.jpg" /></a></span></p><p align="left"><span style="color:#000066;">- Permettendo la manifestazione/esplorazione delle varie parti di sè e delle diverse attitudini</span></p><p align="left"><span style="color:#000066;">- Esprim</span><span style="color:#000066;">endo esplicitamente il proprio pensiero, anche critico, ma sempre ascoltando e accogliendo l'interlocutore</span></p><p align="left"><span style="color:#000066;">- Avendo in mente che un figlio può avere aree di sviluppo e di realizzazione di sè differenti da quelle del genitore.</p></span><p align="center"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 314px; DISPLAY: block; HEIGHT: 270px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5491859470147335090" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjl1lPP5_cbD8509sAsO5AOCdaTNQQYhAVAUD6Wyplz5qk59zZEwPyBbjVVfR5ya-SAaDz5M3IsbfHTctpSPOoUUzGcMsxWEUe8YlwwutaUrRf6PTMl6RdjI4CELkXDXaoKrtuXeSaKHuS/s400/1098fo32.gif" /></p>Elisa Ghettihttp://www.blogger.com/profile/12261072256475572806noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7049480445072420645.post-34277728354807177702009-11-18T03:30:00.000-08:002009-11-19T05:45:20.211-08:00.. e ogni tanto ridiamoci su!<div align="justify"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUuhlKg6pvYqQI88QADmWAH4V4QeAq9dDqOspW8QqaxhguhoAFPvYS2yGaJVjf5xYsE4Fy2HZnSpSbrW-qTMp2WWzkJgymSuqqzd-Q00ZLqFZJYr3NYrd7eecLanVS5_jYu9F7n-tXUvcF/s1600/94a8ff4bd8d655ed46bd7b3a68a35c3c%5B1%5D.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 320px; DISPLAY: block; HEIGHT: 270px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5405808868956562418" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUuhlKg6pvYqQI88QADmWAH4V4QeAq9dDqOspW8QqaxhguhoAFPvYS2yGaJVjf5xYsE4Fy2HZnSpSbrW-qTMp2WWzkJgymSuqqzd-Q00ZLqFZJYr3NYrd7eecLanVS5_jYu9F7n-tXUvcF/s400/94a8ff4bd8d655ed46bd7b3a68a35c3c%5B1%5D.jpg" /></a><span style="font-size:85%;color:#ff6600;">Vorrei spendere due parole sul ruolo dell’ironia e dell’umorismo nel lavoro terapeutico. Questa non vuole essere una trattazione colta sul tema, ma soltanto l’insieme di alcune riflessioni sull’argomento.<br />Il poter <strong>ridere e sorridere</strong>, il poter non prendersi sul serio, lo scherzare di sintomi o manie penso sia un mezzo ed un fine al tempo stesso. Il lavoro terapeutico, di per sé evocativo di fatiche ed angosce da dover recuperare ed elaborare, può invece essere co-condotto (da terapeuta e paziente) anche con piacere e leggerezza.<br />Il <strong>piacere</strong> è un parola che spesso le persone hanno dimenticato. E’ un mondo che appare lontano, a volte addirittura secondario. Invece il vivere è (Oibò!) piacere. Le sensazioni, le emozioni ci pervadono il corpo di piacevolezza. Un buon lavoro terapeutico è proprio questo che deve recuperare.<br />E’ importante per paziente e terapeuta stare piacevolmente insieme. Sperimentare nuovamente, anche nel setting terapeutico, che si può sorridere a divertirsi, perché questi sono ingredienti della vita.<br />Allo stesso modo si può essere <strong>leggeri</strong> senza essere superficiali, si può essere ironici, senza ridicolizzare, si può ridere con, senza ridere di.<br />Un altro aspetto che trovo fondamentale è il <strong>potere strutturante e contenitivo del ridere/sorridere</strong>. Quando una persona si sente sparpagliata fra le sue mille ossessioni e l’ansia le impedisce di rimettere in fila i pensieri e le convinzioni ha la necessità di ricompattarsi. Aiutare l’altro a sdrammatizzare e a ridimensionare, permette di ritrovare la propria struttura perduta. Ci si allea con la parte adulta che bonariamente sorride delle piccole imperfezioni e goffaggini della parte vulnerabile, ma al tempo stesso la tiene e la sostiene.<br />Da ultimo mi preme sottolineare come la presenza dell’ironia, in una relazione (che sia con noi stessi, che sia un rapporto terapeutico, piuttosto che una relazione di coppia, di amicizia, o un rapporto genitore figlio) può darci molte informazioni sulla qualità di questa relazione. Possiamo ridere con una persona delle reciproche debolezze soltanto quando condividiamo con lei la consapevolezza del reciproco valore.<br />Insomma, mi piacerebbe ci fosse sempre più serietà d’intenti e sempre più leggerezza nella forma! </span></div>Elisa Ghettihttp://www.blogger.com/profile/12261072256475572806noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7049480445072420645.post-87736265952594738192009-10-02T04:06:00.001-07:002009-10-05T02:57:56.723-07:00Dove lavoro<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVPB_w-7OqF6Am7PaNKwdDP5BeiQ4hBNzy8ECKDisrtXKRODZkiqLHKc79lWCQZ209ucqW6FzCPH-9xu2Ojrf74mNH1ccvrsH-N354pz0jtAt4iG5drG2ld5Z0fPp4EdhHbJKKXGUoazcJ/s1600-h/faenza-nov-2007-storici-a-confronto.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 202px; FLOAT: left; HEIGHT: 135px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5387960548425026706" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVPB_w-7OqF6Am7PaNKwdDP5BeiQ4hBNzy8ECKDisrtXKRODZkiqLHKc79lWCQZ209ucqW6FzCPH-9xu2Ojrf74mNH1ccvrsH-N354pz0jtAt4iG5drG2ld5Z0fPp4EdhHbJKKXGUoazcJ/s200/faenza-nov-2007-storici-a-confronto.jpg" /></a> <span xmlns=""><br /><div><p><span style="font-family:Berlin Sans FB Demi;color:#365f91;">Faenza </span></p><p><span style="font-family:Berlin Sans FB Demi;color:#365f91;">via pergola, 29<br /></p></span><br /><br /><p><br /></p><p></p><br /><p><span style="font-family:Berlin Sans FB Demi;color:#365f91;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZ5-YPSi1HA_WFCWKxZHZgFb_ZSAHMkbZLU3RNPTGvthTN-Rs9zcX6Uyl2wUo16Zed9VtEcK_HEiX1_yjOx4FdKeWIZ_OAPRk7LHSswrP64xXkoJOHgeXCAH5329V63yAlwQtBH_Q7U_KV/s1600-h/Bologna3042.JPG"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 150px; FLOAT: left; HEIGHT: 198px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5387961017382104850" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZ5-YPSi1HA_WFCWKxZHZgFb_ZSAHMkbZLU3RNPTGvthTN-Rs9zcX6Uyl2wUo16Zed9VtEcK_HEiX1_yjOx4FdKeWIZ_OAPRk7LHSswrP64xXkoJOHgeXCAH5329V63yAlwQtBH_Q7U_KV/s200/Bologna3042.JPG" /></a>Bologna</span></p><p><span style="font-family:Berlin Sans FB Demi;color:#365f91;">via saffi, 18</span></p></span></div>Elisa Ghettihttp://www.blogger.com/profile/12261072256475572806noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7049480445072420645.post-72110344345554136572009-10-02T02:40:00.001-07:002010-07-05T02:27:12.497-07:00<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjisfqqJhDLDNtgd3FgKdxyqM_19mkUUJobF-x38nbSJzOqpx20vz5hQF6x9_Cxp1NnMq8rcBcWC5d2HSeb5GBtDvs6Q0sfOtt5_UKaQsFU0ORUskYSRnGOpI94brTA0SPM7D2bUYzHeRbK/s1600-h/famiglia.gif"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; FLOAT: left; HEIGHT: 189px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5387936109370473746" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjisfqqJhDLDNtgd3FgKdxyqM_19mkUUJobF-x38nbSJzOqpx20vz5hQF6x9_Cxp1NnMq8rcBcWC5d2HSeb5GBtDvs6Q0sfOtt5_UKaQsFU0ORUskYSRnGOpI94brTA0SPM7D2bUYzHeRbK/s200/famiglia.gif" /></a><br /><div><span xmlns=""><p><span style="font-family:Berlin Sans FB Demi;font-size:130%;color:#984806;">Diventare genitori </span></p><p><span style="font-family:Berlin Sans FB Demi;color:#984806;"><span style="font-size:130%;">…rimanere coppia </span></p></span><p><span style="font-family:Garamond;font-size:130%;color:#984806;">Diventare genitori è un percorso che inizia dalla nascita di un figlio. E' un cammino in cerca di un equilibrio tra ciò che stiamo diventando e ciò che eravamo.<br /></span></p><br /><p><span style="font-family:Garamond;font-size:130%;color:#984806;">Il percorso esperienziale proposto si pone alle coppie come un momento di incontro nel quale – attravero diverse tecniche espressive, corporee e cognitive - riflettere e "lavorare" insieme sulle emozioni che nascono nella donna e nell'uomo in relazione ai ruoli di madre/compagna e di padre/compagno. Nella'arco di 11 incontri, con il supporto di esperti, sarà possibile per i partecipanti confrontarsi, condividere e crescere a partire dalla elaborazione di esperienze personali.<br /></span></p><br /><p><span style="font-family:Garamond;font-size:130%;color:#984806;">Il percorso è caratterizzato dall'equilibrio tra spazi dedicati alla coppia e spazi nei quali ciascun componente avrà occasione di elaborare in modo autonomo i propri vissuti attravero il confronto con altre mamme e altri papà.</span></p></span></div>Elisa Ghettihttp://www.blogger.com/profile/12261072256475572806noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7049480445072420645.post-39315904800920165532009-09-21T06:55:00.000-07:002009-10-02T03:36:19.529-07:00<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgMnNPVlMIBIeovlkiIYXmNEoeNoX-NUoOVKSlwQOh5OxVwToRTYrolZ8rZ1Irjl6xdA6C-dl5tEBoy0Qc97zcPb7HyCLGxHmsBFFd3PW3znFz5bHppauYKWOewpXeFr5XGBqQ2sCvZGdM/s1600-h/coppia%2520-%2520sopra%2520e%2520sotto%2520Low.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 320px; DISPLAY: block; HEIGHT: 299px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5383919439162055618" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgMnNPVlMIBIeovlkiIYXmNEoeNoX-NUoOVKSlwQOh5OxVwToRTYrolZ8rZ1Irjl6xdA6C-dl5tEBoy0Qc97zcPb7HyCLGxHmsBFFd3PW3znFz5bHppauYKWOewpXeFr5XGBqQ2sCvZGdM/s320/coppia%2520-%2520sopra%2520e%2520sotto%2520Low.jpg" /></a>"DALLA COPPIA ALLA GENITORIALITA' E RITORNO" <div>A OTTOBRE PARTIRA' UN GRUPPO ESPERIENZIALE </div>Elisa Ghettihttp://www.blogger.com/profile/12261072256475572806noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7049480445072420645.post-81772557061860900412009-09-21T06:22:00.000-07:002009-11-04T04:33:59.569-08:00la casa<div align="center"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyhuEGFQ9zaqSINNy_74YAkNrDFfEBZ2hsXI9SjUxQf_HDPaskkO4bFkyAPkSOEw7BeRlP2IcHFBo-JYnjMXQx4bPkUcFyar2JbbCOme3Wat4r-g8B0Y4wEkNUBl3Uun_4CMT7YXYesr9t/s1600-h/IMAGINE-NOW-blog%5B1%5D.jpg"><span style="font-size:85%;"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 203px; FLOAT: left; HEIGHT: 222px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5400224999485153554" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyhuEGFQ9zaqSINNy_74YAkNrDFfEBZ2hsXI9SjUxQf_HDPaskkO4bFkyAPkSOEw7BeRlP2IcHFBo-JYnjMXQx4bPkUcFyar2JbbCOme3Wat4r-g8B0Y4wEkNUBl3Uun_4CMT7YXYesr9t/s200/IMAGINE-NOW-blog%5B1%5D.jpg" /></span></a><span style="font-size:85%;"><span style="font-family:georgia;color:#000066;">Era una casa molto carina<br />Senza soffitto, senza cucina;<br />non si poteva entrarci dentro<br />perché non c’era il pavimento.<br />Non si poteva andare a letto<br />In quella casa non c’era il tetto;<br />non si poteva far la pipì<br />perché non c’era il vasino lì.<br />Ma era bella, bella davvero<br />in Via dei Matti numero zaro;<br />ma era bella, bella davvero<br />in Via dei Matti numero zero.</span><br /></span><span style="font-family:georgia;font-size:85%;color:#000066;"><br /></div><div align="left"><span style="font-size:78%;">[Vinicius de Moraes – Sergio Bardotti – Sergio Endrigo]</span></span></div>Elisa Ghettihttp://www.blogger.com/profile/12261072256475572806noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7049480445072420645.post-71989879136342283562009-09-18T03:48:00.000-07:002009-11-11T00:41:04.973-08:00La psicoterapia biosistemica<div align="justify"><span style="font-size:85%;color:#666600;"><strong>La psicoterapia biosistemica</strong> nasce dalle ricerche dello psicoterapeuta americano Jerome Liss, che si è interessato del rapporto mente-corpo da un punto di vista clinico. Il termine biosistemica deriva dall' attenzione posta ad aspetti biologici, integrati in un ottica sistemica. </span></div><span style="font-size:85%;color:#666600;"><br /><div align="justify"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHEBvRO5IH7JI1xivzkza3pdveg_iGtB4c_55qfb6OXDZFwftKqVYeOXJjsrYmOTXytmje4k17-m0be173jt8eTnq12SheQdr-SQgeJiUzRy2wzHvttcMbJIyxWjx7uMeoxsDa1SHYrm6Q/s1600-h/183569.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 271px; FLOAT: left; HEIGHT: 161px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5400205079992676370" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHEBvRO5IH7JI1xivzkza3pdveg_iGtB4c_55qfb6OXDZFwftKqVYeOXJjsrYmOTXytmje4k17-m0be173jt8eTnq12SheQdr-SQgeJiUzRy2wzHvttcMbJIyxWjx7uMeoxsDa1SHYrm6Q/s320/183569.jpg" /></a>Le influenze teoriche provengono dalle ricerche di <strong>Henri Laborit che si è occupato di neurofisiologia delle emozioni.</strong> Egli infatti dimostra che un'inibizione prolungata dell'azione crea una serie di squilibri psicofisiologici che hanno effetti sul sistema nervoso centrale, sul sistema nervoso autonomo, sul sistema endocrino e su quello immunitario. Da un lato infatti c'è un'attivazione dovuta alla risposta geneticamente determinata di attacco o fuga di fronte ad una situazione di pericolo (evento stressante) e questo comporta tutta una serie di modificazioni neurofisiologiche finalizzate a rendere efficace l'azione; dall'altro tale azione viene inibita (perché socialmente inadeguata, perché non efficace, ecc.). Tutte le sostanze secrete non hanno una effettiva utilità e permangono all'interno dell'organismo alterando l'equilibrio e l'efficienza dei vari sistemi coinvolti. </div><div align="justify"><br /></div><div align="justify"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVJDrP6gqsgAKZhWM0ZXjtKgG-wOIv3LIgCVcDYTLqxTesQSZtS77ap5pudZofsAccBG1WWad61kYHK-faHwXCcCb9WeDWo6aFp9AP88_ApGjosJJAc2VcH7F3LxjIjvkW1bUI4PIZdRbQ/s1600-h/y1psDhRKPSQjjcqhvLqTkeAOxYD7J3pi9_u5pFPaR0fH2B96x0AgbD4ANOYhGi4is483xjmrRP389M.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; FLOAT: left; HEIGHT: 150px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5400205545125786226" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVJDrP6gqsgAKZhWM0ZXjtKgG-wOIv3LIgCVcDYTLqxTesQSZtS77ap5pudZofsAccBG1WWad61kYHK-faHwXCcCb9WeDWo6aFp9AP88_ApGjosJJAc2VcH7F3LxjIjvkW1bUI4PIZdRbQ/s200/y1psDhRKPSQjjcqhvLqTkeAOxYD7J3pi9_u5pFPaR0fH2B96x0AgbD4ANOYhGi4is483xjmrRP389M.jpg" /></a>Al contempo <strong>Ernest Gellhorn ha dimostrato che la componente simpatica e parasimpatica del sistema nervoso autonomo devono lavorare in alternanza.</strong> Ad una situazione che prevede attivazione/eccitazione (SNA simpatico), deve seguire una scarica (SNA parasimpatico) e una condizione di riposo/rilassamento. Diversamente quando entrambi i sistemi vengono attivati simultaneamente (ad esempio in una situazione di stress prolungato) l'organismo si trova in uno stato di disequilibrio e di malessere. Vengono inviati messaggi opposti e contrastanti rendendo impossibile una effettiva attivazione e un riposo ristoratore. Le energie sono bloccate nell'attivazione dei due sistemi antagonisti. </div><div align="justify"></div><p align="justify"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; FLOAT: left; HEIGHT: 150px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5400208956778972130" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIDay0XeQcbGD-mylX3ntoQh4sIO3jLP9YgHkLBsI2adm8sB2MaKf01eK-uxiLDeR0tZtLcRuY9n5KuH6TSCvYBm1ckZ9YGFOdJrm97GKEzpjfbP56_w4vVjsecdDqRhJkAJTh9vns_rz1/s200/Anne_Geddes_39.jpg" /> </p><div align="justify">Un altro contributo teorico importante viene dalle ricerche di <strong>David Boadella e dal modello embriologico</strong> da lui proposto. Nel momento in cui inizia lo sviluppo embrionale, le cellule si organizzano in tre differenti strati, diversi per funzioni e proprietà: ectoderma, mesoderma, endoderma. L'organizzazione dei tre strati verrà mantenuta e potenziata durante tutto lo sviluppo e costituirà tre diversi sistemi nell'individuo adulto. Dall'ectoderma si svilupperà il SNC, il SNA e la pelle; dal mesoderma i muscoli, le ossa e il sistema cardiocircolatorio; dall'endoderma, il foglietto embrionale più centrale, si svilupperà il sistema gastrointestinale, respiratorio e renale. Si distinguono così tre differenti funzioni: cognitiva, motoria ed emotiva. L'interazione di questi tre sistemi determina l'equilibrio della persona e maggiore è l'integrazione, maggiore è la sensazione di benessere. </div><div align="justify"></div><div align="justify"></div><div align="justify"></div><div align="justify"></div><div align="justify"></div><div align="justify"></div><div align="justify"></div><div align="justify"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbjBEVUOQITpEkI5fefyYV_W_ILZlOJyNfNf5-dIvxei40C-8bwOEOyTb-qP74dWSzAoQSVEC8xvL5sO3Wv3lN_JW7jqnMMf_0Vpal844YoWmbALceLab9v1d_M3vCIAVT0x0AGiaIeH3m/s1600-h/1223446838.jpg"><img style="MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 150px; FLOAT: left; HEIGHT: 200px; CURSOR: hand" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5400219786795657266" border="0" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbjBEVUOQITpEkI5fefyYV_W_ILZlOJyNfNf5-dIvxei40C-8bwOEOyTb-qP74dWSzAoQSVEC8xvL5sO3Wv3lN_JW7jqnMMf_0Vpal844YoWmbALceLab9v1d_M3vCIAVT0x0AGiaIeH3m/s200/1223446838.jpg" /></a>Il contributo della <strong>teoria sistemica riguarda la concezione olistica della persona</strong> . Ogni individuo è un sistema in equilibrio dato dall'interazione di sottosistemi organizzati dal più semplice al più complesso (dalle molecole, alle funzioni mentali superiori).<br />In oltre ogni persona è inserita in più contesti interpersonali (famiglia, lavoro, amici, ecc.). Secondo questa teoria ogni sistema tende a difendersi e a mantenere il proprio equilibrio omeostatico ed ogni perturbazione esterna viene percepita come potenzialmente pericolosa.<br />Nel lavoro clinico diventa cruciale il recupero dell'integrazione fra i vari sistemi per trovare un equilibrio funzionale . Poiché la parola rappresenta soltanto un aspetto della persona, diventa chiara l'importanza del ruolo del corpo. I gesti automatici, delle cui origini non si ha più memoria, diventano un canale privilegiato per poter recuperare ciò che è andato perduto. Focalizzare l'attenzione sul movimento delle mani, su una smorfia del viso, piuttosto che sul respiro ha l'obiettivo di tornare dove il processo si è interrotto per ricreare una connessione. Seguendo questo principio tutti gli strumenti psicocorporei che abbiamo a disposizione diventano di volta in volta importanti per raggiungere lo scopo. </span></div>Elisa Ghettihttp://www.blogger.com/profile/12261072256475572806noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7049480445072420645.post-21354041846633940532009-06-08T09:16:00.000-07:002009-11-05T00:50:48.373-08:00Eccomi !<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://farm2.static.flickr.com/1329/895214677_3562211811.jpg"><img style="TEXT-ALIGN: center; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 375px; DISPLAY: block; HEIGHT: 500px; CURSOR: hand" border="0" alt="" src="http://farm2.static.flickr.com/1329/895214677_3562211811.jpg" /></a><br /><div><div align="justify"><span style="color:#333399;"><span style="color:#000066;">Questo spazio nasce dall'incontro fra l'energia pragmatica di Luisa, mia sorella (che ringrazio) e il mio desiderio (fino a questo momento teorico) di avere uno spazio, di raccolta differenziata </span></span><span style="color:#000066;">idee. Mi piacerebbe che qui trovassero un posto comodo progetti di lavoro, opinioni, pensieri, visioni, suoni, sensazioni e, perchè no, emozioni.</span></div><div align="justify"><span style="color:#000066;"></span></div><div align="justify"><span style="color:#000066;"><br /></div></span><div></div></div>Elisa Ghettihttp://www.blogger.com/profile/12261072256475572806noreply@blogger.com0